Vi siete ricordati di fare gli auguri di compleanno a Traiano oggi?
Marco Ulpio Traiano, nato in Spagna il 18 settembre del 53, divenne imperatore succedendo a Nerva che lo aveva adottato come suo figlio e successore.
Si distinse nel governo a tal punto da essere nominato Optimus Princeps: grazie a lui l’impero conobbe una rinascita economica ed un rinnovamento nell’amministrazione pubblica. Le opere architettoniche da lui volute furono difatti fondamentali per lo sviluppo dell’impero.
Una di queste fu la realizzazione di una importante arteria stradale che da lui prese il nome, la via Traiana, che come alternativa alla via Appia collegava Benevento a Brindisi seguendo un percorso più agevole.
Rivalutò anche il commercio marittimo con la realizzazione del porto esagonale ubicato nei pressi dell’attuale Fiumicino, progettato da Apollodoro di Damasco, che sostituiva quello realizzato da Claudio anni prima e poco funzionale. Il porto si rivelò fondamentale per lo sviluppo delle attività commerciali, collegato a Roma tramite il Tevere, risultò funzionale per raggiungere le province occidentali.
Fece realizzare il Foro Traiano con nuovi edifici per la pubblica amministrazione, ripristinò acquedotti facendone costruire di nuovi nelle province, incrementò la portata della Cloaca Maxima, fece aumentare la capienza del Circo Massimo.
Partecipò alle guerre daciche le cui vittorie furono poi celebrate nella Colonna Traiana. Ma fu con le guerre partiche che si assicurò l’estensione dell’Impero Romano fino al Golfo Persico.
L’Optimus Princeps si distinse anche per la generosa assistenza alle fasce meno abbienti della società, tale da essere l’unico imperatore a non essere mai contestato.
Traiano morì per malattia a Selinute nel 117. Grazie a lui l’impero conobbe un periodo di serenità economica e sociale tale da avere ripercussioni positive in seguito: egli dette l’avvio alla cosiddetta Età Aurea proseguita poi con gli Antonini.
Il suo operato rimarrà ineguagliabile nella storia di Roma, grazie anche a Plinio il Giovane, che tra i letterati dell’epoca ne fu il principale sostenitore politico.
(G. Cal.)