Finchè la barca va, lasciala andare

A grande richiesta pubblichiamo immagini e descrizione di uno dei mosaici più belli scoperti durante lo scavo delle Terme Centrali di Aquinum. Si tratta del mosaico rinvenuto all’interno della latrina, collocata sul lato Nord del settore di scavo.

La pavimentazione della latrina è costituita da un mosaico figurato con tessere bianche e nere. Una bordura in tessere di ardesia inquadra una rappresentazione di “ambiente nilotico”. All’interno di un’imbarcazione è raffigurato l’amplesso tra un uomo e una donna, ai lati dei quali sono due pigmei: il primo nell’atto di condurre l’imbarcazione, il secondo nell’atto di cacciare. A destra della raffigurazione centrale sono visibili un coccodrillo e un volatile; a sinistra, in alto, è un secondo volatile, mentre in basso doveva essere un altro animale, non identificato, forse una tartaruga. Il mosaico può essere datato intorno alla metà del II sec. d.C.

Mosaico Latrina

Particolare del mosaico pavimentale della latrina. In alto la vaschetta per le abluzioni.

Mosaico_scenanilotica_schemagrafico

Schema grafico di un particolare del mosaico pavimentale della latrina. (Elaborazione grafica I. Ferrari)

Giovani studenti in visita presso il cantiere archeologico di Aquinum

Risale a qualche giorno fa la visita di un cospicuo numero di giovani studenti presso il cantiere archeologico di Aquinum. Si tratta di circa 200 ragazzi provenienti dalle scuole di Pontecorvo, che in una uggiosa mattinata di fine ottobre hanno potuto visionare l’area archeologica delle Terme Centrali.

Visita_1Visita_2

Visita_3

Visita_4

Per coloro che abbiano interesse a visitare l’area di scavo, è possibile “approfittare” dell’apertura del cantiere alle scolaresche e aggregarsi alle visite guidate. I prossimi appuntamenti sono fissati per i giorni 29 ottobre e 5 novembre c.a., e si svolgeranno nell’arco della mattinata a partire dalle ore 9.30.

Inoltre sono previste ulteriori visite guidate su richiesta per gruppi formati da non meno di 50 persone.

Info e prenotazioni presso il Comune di Castrocielo oppure all’indirizzo mail ancientaquinum@gmail.com

 

 

1° Photocontest Archeologico 2014 – I vincitori

Come tutte le prime edizioni di qualcosa, c’è sempre il bello della diretta e quindi l’assestamento dell’organizzazione.
E’ esattamente il nostro caso.
Non appena nominato su FB il vincitore del 1° Photocontest Archeologico, il direttore scientifico di scavo, prof. Giuseppe Ceraudo, vista l’affluenza al concorso e la partecipazione dei votanti, nella felicità e contentezza di cotanta condivisione sociale, ha deciso di premiare anche il secondo e terzo classificato più un quarto scatto reputato meritevole dalla commissione scientifica (cioè noi).

In virtù degli allori da conferire, mettiamo in ordine le cose e chiariamo la situazione di chi vince e cosa.
1° classificato: Aldina Del Duca con 148 likes (t-shirt+cappellino+bag Aquinum);
2° classificato: Yari Abbondanza con 88 likes (t-shirt+ cappello Aquinum);
3° classificato: Fernando Della Posta con 24 likes (t-shirt Aquinum).

I primi tre classificati (che non li sposta nessuno) riceveranno i gadgets che spettano loro, secondo modalità da concordare (contattateci tramite mail all’indirizzo ancient.aquinum@gmail.com).

Per lo scatto meritevole dovremo attendere ancora qualche giorno, per concedere il tempo alla commissione scientifica (sempre noi) di riunirsi e decretare il quarto scatto meritevole, secondo in nostro insindacabile giudizio.

A loro vanno i nostri migliori complimenti e i ringraziamenti a tutti quanti hanno preso parte al photocontest. Alla prossima edizione!

AldinaDeDuca

2_YariAbbondanza

3_FernandoDellaPosta

+ OPENDAY E PHOTOCONTEST ARCHEOLOGICO @ AQUINUM +

—- AGGIORNAMENTO REGOLAMENTO 23 SETTEMBRE 2014 —-

Per tutta la durata degli scavi di settembre e fino all’openday finale, del 20 e 21 settembre, è attivo un Photocontest Archeologico che interessa gli scavi archeologici delle terme di Aquino.
Sei di passaggio e fai una capatina all’area archeologica? Sei un autoctono e vuoi valorizzare il tuo territorio? Sei un appassionato incallito? Sei un archeologo che sta lavorando sotto il cocente sole (e la battente pioggia) autunnale? Sei in visita in occasione dell’Openday archeologico? Scatta una foto, postala sul tuo social network preferito tra Facebook, Instagram, Twitter, Flickr, Google+ (se carichi su Facebook devi rendere il tuo profilo pubblico oppure caricala direttamente sulla FanPage di Aquinum) e utilizza l’hashtag #ancientaquinum.

In alternativa puoi inviare le tue foto via mail a ancient.aquinum@gmail.com con titolo foto (facoltativo) e il tuo nome (o nickname). 

Le foto saranno raccolte e postate sulla pagina FB facebook.com/ancientaquinum dal 22 settembre 2014, dove potranno essere votate dagli utenti fino al 5 ottobre 2014. La foto con più “like” vincerà uno dei gadget dello scavo archeologico di Aquinum, oltre a pubblici elogi e calorose strette di mano.
Orsù… che aspettate!!! Fotografate!!

OpenDay_settembre2014_versioneSocial_photocontest-01

Un’istantanea vecchia quasi duemila anni.

Oggi, 24 agosto, ricorre l’anniversario del più terribile evento naturale documentato della storia antica: l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Recentemente sembra che la stagione dell’eruzione sia errata e sia da spostare in autunno in base ad una serie di scoperte e approfondimenti recenti (come spiegato in questo video da Alberto Angela). In ogni caso, mese più, mese meno, sono sempre trascorsi quasi due millenni.

La magnificenza dell’orrore generato da tale evento ancora oggi affascina il mondo intero. Grande cordoglio per i cittadini di Pompei, Ercolano, Stabiae, Olplontis e Boscoverde e tutto l’hinterland vesuviano (una prece), ma senza questo terribile evento, oggi probabilmente ne sapremmo molto meno sulla vita quotidiana, usi e costumi degli antichi romani.

“Vesuvius 79 AD eruption Latina” di MapMaster – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.

Si, perché la fortuna di tale evento è quello di aver sigillato un istante di una giornata qualunque di comuni centri urbani dominati dalla Roma imperiale, all’apice del suo splendore. Tale evento è unico al mondo e la curiosità attira ogni anno decine di migliaia di turisti. Una delle attrattive principali, inusuale in qualsiasi sito archeologico, sono certamente le centinaia di calchi degli individui e degli animali defunti, realizzati colando del gesso nelle cavità lasciate dai corpi decomposti sotto gli strati di crosta e cenere indurita.

 

 

Tali calchi sono un ulteriore fermo immagine degli ultimi istanti di vita dei cittadini, quasi tutti deceduti in seguito alle emissioni di gas nocivi che l’eruzione ha disperso nell’aria, i cui corpi furono poi ricoperti dalla lava incandescente. Le espressioni dei volti, o la posizione rannicchiata dei corpi trasmettono la sensazione di orrore e paura che precedettero il decesso. Questa tecnica viene utilizzata solo a Pompei, mentre ad Ercolano, a causa della diversa natura del materiale che ricoprì la città, è possibile solo il recupero dei resti ossei.

POMPEIcampania

Calco in gesso di un cane rinvenuto nella Casa di Orfeo, Pompei, 79 dC. © Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei (dalla mostra “Life and death in Pompeii and Herculaneum” al British Museum di Londra, 2013).

Una ulteriore fortuna per gli studiosi, è stata anche quella del racconto minuzioso che Plinio il Giovane rimasto a Miseno, superstite casuale e testimone oculare di tale evento, trasmette allo storico Tacito in due lettere (qui la prima e qui la seconda, per chi abbia voglia di leggerle).

La storia degli scavi di Pompei, Ercolano, Stabiae ed Oplontis, prende avvio alla fine del ‘700: si trattò di indagini molto travagliate, confuse e per nulla sistematiche. In tale periodo storico si prediligeva il recupero dell’oggetto prezioso, piuttosto che lo studio del contesto urbano. Quindi statue, monete, oggetti preziosi di qualunque tipologia finivano per arricchire le collezioni private.

Ad oggi, nonostante negli ultimi anni siano state condotte indagini archeologiche scientifiche e sistematiche, nonostante la grande notorietà del sito, sia a livello scientifico che turistico, è ben noto quali siano le tristi condizioni di “salute” di Pompei (sulle quali evitiamo di soffermarci ma rimandiamo volentieri a questo link).

C’è ancora molto da scoprire, sia a Pompei che ad Ercolano: qui sono stati riportati alla luce solamente quattro dei venti ettari totali sui quali si estendeva la città. Stessa cosa per Stabiae, la quale, al contrario delle grandi città di Ercolano e Pompei, era un piccolo centro turistico, dove numerose erano le lussuose ville realizzate, decorate e arredate con oggetti di grande valore. L’area archeologica di Oplontis è situata al centro della città moderna di Torre Annunziata.

Tra le risorse on-line, segnaliamo il sito web del MAV (Museo Archeologico Virtuale) nei pressi di Ercolano, che si avvale delle ultime tecnologie digitali per le fedeli ricostruzioni in 3D che consentono di scoprire le realtà storiche prima e durante l’eruzione del Vesuvio. Interessanti sono anche le inziative della Fondazione RAS (Restoring Ancient Stabiae), creata a Washington, in un progetto di cooperazione con l’Italia, per la realizzazione di un parco archeologico sul sito dell’antica Stabia. Per Pompei invece, segnaliamo un’ottima app audioguida per iPhone e Android (purtroppo a pagamento, ma garantiamo che ne vale la pena) “Pompei – Un giorno nel passato“, notevole perchè utilizzabile anche off-line (quindi comodamente da casa).

Vasta anche la produzione video sulla violenza della devastazione del vulcano, con ricostruzioni più o meno ben fatte (su Youtube ce n’è a sufficienza da restare davanti allo schermo per un giorno intero, ma anche due).
Segnaliamo (giusto per dovere) un movie del 2014, produzione USA. Gli americani, campioni di finzioni cinematografiche, non potevano lasciarsi sfuggire l’occasione di ricostruire un evento realmente accaduto, senza dimenticarsi di inserire la storiella amorosa consumata sotto una pioggia di lapilli, cenere e tra gli edifici in fiamme (perchè l’amore vince su tutto, anche sul vulcano). Il filmone, intitolato Pompei e diretto da Paul W.S. Anderson, da recensioni americane, ma anche italiane, è stato un grande e glorioso pasticcio. De gustibus.

In ultimo, un video in 3d che mostra le fasi di quel fatidico 24 agosto del 79 d.C.


(G. Cal.)